I porcellini d’India, creature deliziose, non hanno notoriamente niente a che vedere né con i porcellini né con l’India (e per questo qualcuno, con una deprecabile battutaccia sessista, li ha paragonati alle donne matematiche): sono roditori originari del Sudamerica, tassonomicamente più vicini ai giganteschi capibara che ai topolini e ai criceti, ai quali invece sembrano assomigliare a uno sguardo superficiale.
Nonostante siano conosciuti anche con il nome di cavie (Cavia porcellus è il nome scientifico), oggi non sono tanto diffusi nei laboratori quanto nelle case private, allevati come teneri animali da compagnia.
È il caso della mia amica Henriette-Augustine (il nome è di fantasia – molta fantasia), che ne ha adottati due qualche settimana fa.
Un giorno però, dopo aver riempito le loro ciotole con le solite zucchine, di cui sono molto ghiotti, si è accorta che, anziché avventarcisi su come di consueto con entusiasmo e acuti gridolini di gioia, non le avevano neanche toccate. Leggermente preoccupata, è andata a controllare sulla sua guida all’alimentazione delle cavie. E lì ha scoperto che, per quanto voraci, le bestiole sono anche molto esigenti in fatto di qualità: mangiano solo verdura di giornata.
Così è scesa al mercato sotto casa a comprare derrate freschissime. E le altre zucchine che aveva già messo in frigorifero? Be’, ovvio: se le è cucinate per sé. In pratica, ha mangiato lei gli scarti dei suoi animaletti.
Non fatelo sapere ai vostri cani e gatti.