Senza parole

26 aprile 2024

Il senso della vita / 2

22 aprile 2024

La vita forse non ha senso, ma non c’è niente che abbia più senso della vita.

I paradossi dell’Onu / 2

8 aprile 2024

Si sa, le convenienze economiche e politiche contano più dei diritti umani. La cosa triste è che la dimostrazione più recente viene dall’Onu (e non è la prima volta).

L’Onu ha istituito nel 1946 la Commissione sulla condizione delle donne, per eliminare le discriminazioni e favorire la parità di genere. E fin qui tutto bene. Adesso la presidenza della Commissione è stata affidata a… Abdulaziz Alwasil, ambasciatore saudita all’Onu (un caso simile era avvenuto nel 2015: in quell’occasione l’ambasciatore saudita dell’epoca, Faisal bin Hassan Trad, era stato nominato presidente del Gruppo consultivo del Consiglio per i diritti umani).

Ora, pare che l’Arabia Saudita stia facendo qualche piccolo passo in favore dei diritti delle donne, che oggi possono addirittura guidare un’automobile (e prima ancora potevano pilotare un aereo!). A quanto pare però è poca roba: nella graduatoria sulla parità di genere per il 2023 del World Economic Forum, si classifica al 131mo posto su 146 Paesi presi in considerazione (scendendo di quattro posizioni rispetto all’anno precedente: alla faccia dei progressi). Poteva andare peggio: l’Onu poteva dare la presidenza all’Afghanistan.

Senza parole

5 aprile 2024

Una volta toccato il fondo si può sempre scavare

25 marzo 2024

I mezzi pubblici a Roma – si sa – sono un disastro. La situazione, a dir poco precaria, è aggravata dalle inefficienze dell’Atac (sono ormai leggendarie le assunzioni a tempo indeterminato, da parte dell’allora sindaco Alemanno, di numerosi amici suoi in qualità di dirigenti del tutto inutili per l’azienda).

A tutto ciò si aggiunge un’alta percentuale di “portoghesi” (passeggeri che non pagano il biglietto, complice l’assenza pressoché totale dei controllori). Per cercare di limitare il fenomeno e recuperare un po’ di soldi, l’Atac le ha pensate tutte (tranne la soluzione più ovvia, cioè intensificare i controlli – del resto gli amici di Alemanno si rifiutano di abbassarsi a fare un lavoro umile come quello del controllore, a costo di girarsi i pollici in un comodo ufficio dalla mattina alla sera): ha anche cercato di prendere ispirazione dalle altre città.

Così, sulla linea B1 della metropolitana, ha installato i tornelli in uscita, come a Milano: l’idea era di bloccare e individuare quelli che entrano senza biglietto. Idea pessima, oltre che dispendiosa: chi scavalca i tornelli in entrata non avrà problemi a fare lo stesso in uscita, azzerando l’utilità dei costosi apparati.

Ma c’è di più. Anche lasciando da parte i portoghesi, mettetevi nei panni di chi paga regolarmente il biglietto. Dopo un’attesa di 15-20 minuti del passaggio del treno, dopo un viaggio in una specie di carro bestiame spesso senza aria condizionata, tormentato da incessanti rumori di ferraglia, all’arrivo a destinazione l’unico desiderio è uscire al più presto da quell’inferno. E l’idea di fare una lunga, estenuante e inutile fila al tornello in uscita è la goccia che fa traboccare il vaso. Così c’è sempre qualcuno che, pur di evitarla, preferisce aprire le porte allarmate – e pazienza per il rumore.

In teoria il fragoroso allarme sonoro dovrebbe far scattare i controlli. In pratica il personale dell’Atac – un po’ per pigrizia, un po’ per esasperazione, un po’ perché spesso e volentieri non c’è proprio – non interviene mai. Anzi: per evitare di essere infastiditi dall’allarme per tutta la durata del turno di lavoro, sono gli stessi dipendenti dell’Atac che lasciano aperte le porte allarmate (o almeno evitano di richiuderle).


Questo chiaramente facilita l’uscita dei passeggeri (compresi i portoghesi). E pazienza: fosse solo per questo, i tornelli aggirati sarebbero solamente un inutile spreco dei soldi dei contribuenti romani e un ulteriore buco nella casse disperate dell’Atac. Solo che l’apertura delle porte allarmate facilita anche – in direzione contraria – l’accesso ai treni da parte di chi non vuole pagare il biglietto, e che così si ritrova letteralmente le porte aperte. Morale: un’operazione pensata per rendere la vita più difficile ai portoghesi, in definitiva gliela rende molto più facile.

Parità di genere

19 marzo 2024

Bruno (il nome è di fantasia) è un rispettato professionista. Nel (poco) tempo libero coltiva l’hobby della cucina mentre sua moglie, altrettanto affermata, non ama i fornelli.

Nell’educazione della loro bambina entrambi insistono giustamente sull’importanza della parità di genere. Così, quando la piccola ha detto di non voler praticare uno sport “per maschi”, il papà le ha spiegato che le femmine possono fare tutto quello che fanno i maschi.
«Proprio tutto?», ha domandato lei spalancando gli occhi: «Anche cucinare?».

Come la DC / 3

8 marzo 2024

Il corno inglese non è un corno (somiglia piuttosto a un oboe) e non ha niente di inglese: l’equivoco potrebbe venire dall’antico francese anglé (“angolato”, omofono di anglais, inglese) o dall’antico tedesco engellisch (“angelico”, simile a englisch, inglese).


(Qui, qui, qui e qui le puntate precedenti)

Aforismi paologici / 18 bis

4 marzo 2024

E tanto sia di monito per le generazioni a venire: scherzare, sì, ma seriamente
Umberto Eco

Ingredienti

20 febbraio 2024

 

 

Galileo l’oscurantista

15 febbraio 2024

Galileo Galilei è giustamente passato alla storia, oltre che come inventore del metodo scientifico – e quindi della scienza come la intendiamo oggi – anche come archetipo del libero pensatore illuminato, perseguitato da un potere costituito arroccato su posizioni oscurantiste. Tutto vero, se si pensa alla vergognosa abiura che fu costretto a pronunciare nel 1633. Però il suo scontro con la Chiesa era di più antica data.

Agli inizi del Seicento, Galileo lavorava all’Università di Padova come professore di matematica e fisica. Per arrotondare lo stipendio, come altri suoi colleghi, stilava oroscopi a pagamento. Un’attività a puri fini di lucro: Galileo sapeva benissimo che l’astrologia non ha alcun fondamento scientifico (tanto da essere oggi annoverata fra le pseudoscienze). E sapeva anche che la Chiesa Cattolica l’aveva condannata da tempo, sulla scorta del pensiero di grandi filosofi come Giovanni Pico della Mirandola. Ma sapeva anche che il braccio secolare chiudeva spesso un occhio su questo argomento, tanto che fra i suoi clienti c’erano anche esponenti del clero veneto.

Eppure, nel 1604, Galileo fu denunciato all’Inquisizione proprio per la sua attività di astrologo. In virtù dello scarso zelo degli inquisitori, oltre che della sua popolarità, il caso venne insabbiato. E però resta il fatto: nella prima occasione in cui si trovò a incrociare le armi con la Chiesa, Galileo era a buon diritto imputato in qualità di propugnatore di idee superstiziose e retrive, avversate a ragione da filosofi cattolici saggi e colti, liberi dall’ignoranza e dal pregiudizio.

Destra e sinistra

9 febbraio 2024

Quando si guida e si deve svoltare, si mette la freccia: si chiama così perché, anche se in realtà è solo un indicatore luminoso, in origine era appunto una piccola freccia che sporgeva meccanicamente dal veicolo.

Qualcuno recentemente ha voluto rimettere insieme il significato originario e la funzionalità moderna: sono i progettisti della nuova Mini Cooper Countryman. Il design dovrebbe richiamare non solo le vecchie frecce ma anche, con orgoglio patriottico, una porzione della gloriosa Union Jack, la bandiera britannica.

Così però, quando il guidatore davanti a voi deve girare a destra, la freccia corrispondente sembra indicare la sinistra, e viceversa: un esito che rischia di trarvi in inganno.

Una confusione simile, sempre in ambito automobilistico e sempre dovuta alla forma delle frecce, si ingenera a causa di molti cartelli stradali con le indicazioni fuorvianti per un aeroporto: se non state troppo attenti potreste fraintenderle e prendere per una freccia il disegno stilizzato dell’aereo, che indica una direzione sbagliata se non addirittura contraria.

(Grazie a Giovanni Stegel per la segnalazione)

Paradossi toponomastici / 5 – Speciale USA

19 gennaio 2024

Molti sanno che Kansas City è una città del Missouri (o meglio, ci sono due Kansas City – una nel Kansas e una, più grande, nel Missouri – che si fronteggiano dalle due sponde del fiume Missouri, anche con una certa rivalità). Pochi sanno però che nel Kansas c’è Arkansas City.

Ohio City è in Colorado, Michigan City nel Mississippi, Dakota City nel Nebraska, Missouri City nel Texas, Virginia City nel Nevada, Oregon City e Nevada City in California.

Esistono inoltre le località di Wyoming (nel Michigan), California (nel Maryland), Indiana (in Pennsylvania), Oregon (nel Wisconsin). C’è una Oregon anche nell’Ohio, che sale a quota due in questa speciale classifica (a pari merito con la California) grazie alla cittadina di Delaware – un nome che a sua volta compare spesso: ci sono 3 Delaware Township (Pennsylvania, Ohio e New Jersey) e ben 6 Delaware County (in Indiana, Iowa, Ohio, New York, Oklahoma e Pennsylvania).

Con le contee in effetti il gioco è più facile per vari motivi: il principale è che mentre le località hanno quasi sempre nomi consolidati, quando si battezza una contea si ha la massima libertà. Poi ovviamente le contee possono prendere il nome da un fiume (che magari attraversa diversi Stati, quindi il gioco è fatto), oppure essere intitolate a un personaggio importante: è il caso appunto di Thomas West, barone De La Warr (1577–1618), primo governatore della colonia della Virginia (curiosamente, fra gli Stati che hanno una contea chiamata Delaware manca la Virginia).

Troviamo quindi Texas County nell’Oklahoma, Indiana County in Pennsylvania, Colorado County in Texas, Iowa County nel Wisconsin, Ohio County (due: una nel Kentucky e una nel West Virginia), Dakota County (anche qui due: una nel Minnesota e una nel Nebraska), Wyoming County (addirittura tre: New York, Pennsylvania e West Virginia). Nel Missouri poi ci sono Oregon County, Texas County e Mississippi County (la più divertente).

Poi, certo, c’è il caso famoso dello Stato di Washington, sul Pacifico, mentre sul versante atlantico si trova la capitale federale Washington, nel District of Columbia; e naturalmente sono molte le città chiamate Columbia in vari Stati (la più importante è la capitale del South Carolina) o Washington (in ben 22 Stati).

Anche in questo caso le contee abbondano (del resto si trattava di omaggiare Cristoforo Colombo e George Washington, i due personaggi forse più importanti nella storia d’America): ci sono 8 Columbia County (Arkansas, Florida, Georgia, New York, Oregon, Pennsylvania, Washington, Wisconsin) e ben 30 (su 50 Stati) Washington County (Alabama, Arkansas, Colorado, Florida, Georgia, Idaho, Illinois, Indiana, Iowa, Kansas, Kentucky, Maine, Maryland, Minnesota, Mississippi, Missouri, Nebraska, New York, North Carolina, Ohio, Oklahoma, Oregon, Pennsylvania, Rhode Island, Tennessee, Texas, Utah, Vermont, Virginia, Wisconsin); in Louisiana, dove al posto della contea l’ente amministrativo si chiama Parish (originariamente la parrocchia), c’è la Washington Parish.

Chi ha avuto la pazienza di leggere tutti i nomi avrà forse notato due curiosi scambi: Texas County nel Missouri con Missouri City nel Texas, e Washington, D.C con Columbia County nello Stato di Washington. Sarebbe carino se ci fosse anche un ciclo lungo tre o più Stati che poi si chiude. Basterebbe per esempio un’Oklahoma County o una Missouri County nel Colorado, ma purtroppo non ci sono casi del genere fra città o contee. Forse però considerando le piccole località ci si riesce. Se qualcuno ne è a conoscenza mi farebbe un piacere segnalandomelo.

I paradossi del coronavirus / 11 – Vaccinarsi fa male?

8 gennaio 2024

Contrariamente a quanto riportato da molte fonti di stampa, il 5 maggio 2023 l’Organizzazione mondiale della sanità NON ha dichiarato la fine della pandemia: ha “solamente” sancito la fine dell’emergenza sanitaria. Il Covid non solo è ancora fra noi, ma periodicamente riemerge con picchi di contagi, come appunto in queste ultime settimane.

I consigli per tutti – soprattutto, ma non solo, per le persone appartenenti alle categorie più a rischio, a partire dagli anziani – restano quindi i soliti: portare la mascherina al chiuso almeno nei luoghi affollati e vaccinarsi con le dosi di richiamo secondo le tempistiche consigliate dalle autorità sanitarie.

Possibilmente facendo le due cose insieme. Altrimenti si rischia la sorte di Giulio (il nome è di fantasia), che dopo il richiamo si è ammalato di Covid, contagiato nella sala d’aspetto del centro vaccinale in cui nessuno portava la mascherina.

Qual è il colmo per un pelandrone?

3 gennaio 2024

Mettere come suoneria per la sveglia del cellulare una ninna-nanna.

Formaggi italiani

28 dicembre 2023

 

 

 

Come il giorno e la notte / 2

20 dicembre 2023

Il Romanticismo è stato un movimento artistico, filosofico e culturale nato in Germania alla fine del Settecento. Ma è anche una categoria spirituale atemporale: quella che esprime il lato notturno della realtà, che tende all’infinito e quindi alla nostalgia inguaribile, che canta lo struggimento dell’impossibilità di un compimento.

Spesso invece il termine si usa nel senso di “sentimentale” (si definisce romantica qualunque commedia rosa) o di “poetico” e “pittoresco”. Si arriva all’assurdo quando si considera romantica una città come Parigi, la Ville Lumière, la città della luce per definizione sia per la sua scintillante illuminazione sia perché è stata il principale centro dell’Illuminismo, del secolo dei Lumi: a rigor di termini, insieme forse a Firenze, è la città meno romantica del mondo.

Pensiero, dove vai?

12 dicembre 2023

Fra le pittoresche baracconate leghiste della prima ora, come i raduni di Pontida e l’ampolla con le acque del Po, una di quelle che ha suscitato maggiori polemiche in tutta Italia è stata la scelta del coro Va’ pensiero come inno della fantomatica (e ridicola) nazione chiamata Padania: il brano che gli italiani per tutto il Risorgimento hanno cantato come celebrazione dell’unità nazionale ora veniva strumentalizzato per sobillare una nuova divisione.

Un paradosso evidente, che però si innestava (involontariamente) su un altro paradosso, molto meno appariscente. L’associazione fra la patria «sì bella e perduta» degli ebrei esuli a Babilonia e l’Italia oppressa dagli austriaci ha attecchito durante le guerre di indipendenza a partire dal 1848, ma nel 1842 Verdi, componendo il Nabucco, non pensava a una metafora della situazione politica italiana. Lo dimostra in modo inequivocabile la dedica dell’opera: «Posto in musica e umilmente dedicato a S.A.R.I. la Serenissima Arciduchessa Adelaide d’Austria il 31 marzo 1842 da Giuseppe Verdi».

Asocial network

1 dicembre 2023

O sei bianco o sei nero. O approvi incondizionatamente qualunque decisione del governo Netanyahu oppure sei un fiancheggiatore di Hamas. O adori tutto quello che è americano oppure sei uno sfegatato sostenitore di Putin. O sei ateo e anticlericale oppure sei praticamente un bigotto. O pensi che la scienza abbia tutte le risposte oppure sei un no-vax. È il fenomeno della polarizzazione su Facebook (e sui social in generale), ben noto agli studiosi.

Solo che questo porta tanti utenti – magari scottati da esperienze spiacevoli – a non voler dire la propria, specialmente su argomenti “caldi”, per paura di essere fraintesi, criticati o comunque etichettati in una categoria rigida ed estrema (se non addirittura essere vittime di una shitstorm: capitano anche quelle…). E soprattutto molti non vogliono essere coinvolti in polemiche sterili e interminabili, nelle quali nessuno cambia idea e anzi le opinioni si radicalizzano sempre di più, per il solo fatto di doversi confrontare con punti di vista diversi. Così quello che succede è che «strumenti nati per facilitare la comunicazione possono arrivare a sortire l’effetto opposto».

Grazie a Walter Quattrociocchi per lo spunto (il virgolettato è suo)

Tedeschi

24 novembre 2023

Il direttore (americano): Non voglio che i miei dipendenti scattino tutti sull’attenti quando entro! Non hanno capito che adesso siamo in democrazia?
L’assistente (tedesco): È proprio questo il punto: finché c’era la dittatura gli si poteva ordinare di non scattare sull’attenti, e avrebbero ubbidito. Ora con la democrazia possono fare quello che vogliono. E vogliono scattare sull’attenti.

Uno, due, tre (Billy Wilder, 1961)


Aforismi paologici / 18

14 novembre 2023

Quanno se scherza bisogna esse seri
Il marchese del Grillo